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4 Febbraio 2010

Trusted computing…verso l’ignoranza!

Archiviato in: Curiosità, Mondo News — Tag: , , — Linus @ 17:46

Bene! Avete mai sentito parlare di Trusted Computing?

Wikipedia riporta:

“Tecnologia nascente con l’obiettivo dichiarato di rendere dispositivi come computer o telefoni cellulari più sicuri mediante l’uso di opportuni hardware e software. Il raggiungimento di tale scopo viene ottenuto inserendo in ogni dispositivo un chip (denominato Trusted Platform Module o più brevemente TPM) dotato di una coppia di chiavi crittografiche (univoca per ogni chip), impossibili da modificare anche per il proprietario, e capace di generare altre chiavi per la crittografia di dati o dispositivi. La controversia attorno a tale tecnologia nasce dal fatto che tali dispositivi sarebbero sicuri sia da manomissioni esterne che da eventuali utilizzi, definiti impropri, dell’utente.”

In parole povere, il dispositivo che voi andate a comprare (e certamente non per due soldi) non potrà essere modificato, non permetterà l’installazione di software di terze parti se non prima verificato (anche quello realizzato da voi), non vi dara la possibilità di scegliere l’applicativo con cui manipolare certi dati (Agenda personale, rubrica, messaggi, ecc.)…praticamente è Trusted Computing (la traduzione è “Informatica Fidata”) …questo grazie a un chip che controlla tutto affinchè questo meccanismo”fidato” funzioni alla perfezione…in definitiva controlla NOI!

Da un lato le aziende se ne approfittano dell’incapacità di un utente definito desktop di amministrare un dispositivo informatico ai fini di garantire la sicurezza e il livello di fiducia del sistema, ma dall’altro lato sono pronti a privarvi del diritto di decidere quale software usare per accedere a dei servizi offerti da altri computer. In questa maniera riescono a imporre quello che gli utenti hanno il diritto di fare con i propri dispositivi e ad attuare meccanismi che minaccerebbero la libera competizione del mercato dell’Information and Communication Technology ed il libero sviluppo del software da parte dei singoli individui. In sostanza il TC va contro il concetto del Free Software (Software libero).

Ma che sicurezza reale si ottiene se alla fine dobbiamo accettare tutte queste restrizioni? Perchè ci deve essere il super-utente  che controlla la sicurezza per noi, se alla fine possiamo applicarla da soli? Per non parlare del diritto della riservatezza e delle possibili implicazioni di censura informatica!

Allora occorre domandarsi: cosa spinge il Trusted computing a farsi strada tra noi? La risposta è una sola: l’ignoranza!

Il fatto di non comprendere i meccanismi che stanno alla base dei software e dei sistemi operativi su cui girano, porta l’utente a diventare pigro e sottomesso dalle grosse aziende. L’utente alla fine è soddisfatto della semplicità di utilizzo dei dispositivi che il mercato gli offre ma diventa inconsapevole delle grosse restrizioni che questo comporta. Se ne accorge di rado quando ad esempio si rende conto che non può trasferire ed utilizzare su un altro computer dati che aveva sul dispositivo Trusted …quando si rende conto che non può sostituire una batteria o un componente hardware in maniera semplice e autonoma….quando non può installare un altro programma…e così via.

Come fa oggi giorno una persona a comprare un telefonino da 1000 € (stra)pieno di funzionalità di ogni tipo (e quasi sicuramente Trusted computing), quando poi non sa neanche cos’è il Bluetooth! Lo compra per vantarsi con gli amici di possedere il plus ultra della tecnologia? Forse per arricchire il famoso super-utente? Oppure perchè trascinato dal vortice del prezzo è coinvinto di possedere il massimo che la tecnologia può offrire in termini di qualità (e sicurezza fidata??)?

Svegliatevi! Dobbiamo essere noi i padroni della sicurezza, i padroni dei dati e della loro riservatezza, i veri padroni del dispositivo, padroni  di sciegliere i nostri software, padroni di costruirli o modificarli quando non ci soddisfano, padroni di sbagliare nelle proprie scelte ma mutarle senza cambiare tutto!

Se siete indecisi tra Windows e Mac OS, scegliete Linux. Se sieti indecisi tra Safari e Internet Explorer, scegliete Firefox. Se siete indecisi tra MS Word ed MS Works, scegliete Open Office. Se siete indecisi tra un HTC e un i-Phone, scegliete….

La possibilità di scelta ci sarà sempre finchè ci sarà qualcuno come il gruppo NO1984, ma se un giorno ci svegliassimo tutti ignoranti?

8 Dicembre 2008

Il pensiero di Stellman sul Cloud Computing

Archiviato in: Curiosità, Mondo News — Tag: , , , — Linus @ 01:46

E’ da un pò di tempo che sentiamo parlare di Cloud Computing e ogni volta insieme a questo termine ecco che sponta qualche colosso del’Informatica.

Richard Stallman, il padre del software libero, si scaglia contro il Cloud. Afferma che l’attuale utilizzo di applicazioni web e servizi di storage online è roba da stupidi: meglio non affidare i propri dati a soggetti terzi.

L’attivista americano ha le idee chiare e in alcune sue dichiarazioni rilasciate al giornale britannico The Guardian consiglia a tutti di non affidare i propri dati al freddo server di un’azienda lontana, ma di tenerli al sicuro all’interno dei propri computer.

Secondo Stallman le aziende che nell’ultimo periodo hanno pesantemente investito per lo sviluppo di tecnologie basate sul Cloud Computing hanno in realtà intenzione di chiudere l’utente all’interno di software proprietario per poi costringerlo a pagare sempre di più nel corso degli anni per poter utilizzare i suoi stessi dati e documenti. Stallman crede fermamente che il processo che sta spingendo gli utenti a muovere i propri dati dall’altra parte del cavo, nella nuvola del Cloud Computing per l’appunto, è tutt’altro che inevitabile e che la nostra convinzione del contrario dipende solo dalla massiccia dose di marketing a cui siamo sottoposti.

La principale preoccupazione di Mr GNU riguarda il controllo dei propri dati: «utilizzando un programma proprietario o il web server di qualcun altro, si resta senza difese. Ci si mette nelle mani di chiunque abbia sviluppato quel software».

Queste sono le classiche parole che un sostenitore del free software non vorrebbe proprio sentire. E come sopprimere la libertà di pensiero e di parola, anzi dei “DATI”!

La gente presta poca attenzione all’utilizzo di certi meccanismi, rimanendo facilmente intrappolata senza accorgesene. Pensate a un Social Network come Facebook, che ha catturato quasi l’intera popolazione mondiale, facendo dimenticare ai suoi stessi utilizzatori il concetto di privacy attorno al quale ruotano tutti i cavilli legali e sociali degli Italiani. E allora? Alla stessa maniera un giorno nascerà il Mr Big Cloud della situazione che dominerà non solo una Rete di Utenti, ma anche tutte le loro risorse a cui difficilmente sapranno rinunciare! Quindi Gente apriamo bene gli occhi, altrimenti ci ritroveremo costretti non solo a non poter sceglire quale sistema operativo avere sul nostro Notebook, ma anche non poter scegliere chi avrà il possesso dei nostri Dati. Che tristezza…vero?!

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